L'adesione al progetto Sprar doveva servire a Soverato per tenere sotto controllo i flussi di richiedenti asilo, ma dell'idea di accogliere minori accompagnati dalle famiglie, non se ne farà più nulla.
«Un corto circuito tra i responsabili dei settori - spiega il sindaco Ernesto Alecci - Ci sono stati una serie di intoppi- continua il primo cittadino- partiti dalla rinuncia dei proprietari degli alloggi che avrebbero dovuto ospitare lo Sprar. In un caso la motivazione è stata un ripensamento per motivi personali, nell'altro il troppo tempo passato dal bando all'attivazione, che aveva determinato la perdita di interesse al progetto. Questo ha implicato la rimodulazione del servizio e l'indizione di un nuovo bando che, però, per un passaggio di deleghe tra gli uffici, con un rimpallo tra i due responsabili che avrebbero dovuto seguire l'iter, non si è realizzato».
«Alla luce di quanto poi avvenuto a livello governativo - aggiunge il primo cittadino - con la diminuzione del numero di persone accolte dagli Sprar e della situazione generale in cui molte strutture stanno chiudendo le attività per mancanza di ospiti, credo che non tutti i mali siano venuti per nuocere. Avviare uno Sprar, senza essere sicuri di poterlo mantenere, non ci è apparsa la decisione più utile. Non è venuta a mancare l'intenzione, ma siamo stati scoraggiati dal fatto che nel primo bando solo due titolari di alloggi erano interessati a ospitare il progetto quando il tema era di attualità, e probabilmente ora le cose non sarebbero andate meglio. Credo che sia inutile accanirsi per realizzare il progetto, vediamo come andranno a finire le cose».
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