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Ospedali a Catanzaro, ecco tutti i danni della mancata fusione tra le aziende

Conn l'impugnazione da parte del Governo della molto equivoca legge regionale pro Azienda unica (ne abbiamo additato da subito le falle) questi estimatori dell' “orto del vicino” rischiano, insieme a tutti gli altri contribuenti catanzaresi, di perdere l'occasione storica di poter disporre nella loro città dei vantaggi (e ricadute economiche) di un'azienda ospedaliera da oltre 700 posti letto, con attività cliniche di altissimo livello e - aspetto molto apprezzato dai “migranti della salute” - accoglienza alberghiera a norma, con stanze da uno o due posti letto e servizi igienici in camera.

Oggi valutiamo gli effetti di questo “sabotaggio” che allunga gli già insopportabili 15 anni accumulati dalla politica.

Se la legge non sarà modificata (perché è scontato che la Corte Costituzionale la bocci) Catanzaro perderà un grande polo attrattivo per tutta la Calabria e una preziosa occasione di indotto. Per non parlare di un nuovo pronto soccorso a Germaneto, più efficiente e facilmente raggiungibile dalle periferie e dalla provincia senza doversi inerpicare fino al “Pugliese”, dove per locali angusti e discutibile organizzazione (abbiamo già parlato del personale “in transito” dal pronto soccorso - visto come una Caienna - che chiede e ottiene di spostarsi nei reparti, meno faticosi e stressanti) la struttura di primo intervento è perennemente intasata.

E ancora, si rischia di perdere un investimento di 235 milioni di euro (145 di parte pubblica e 90 di project financing privato) con quello che ne consegue in termini di posti di lavoro e di incremento del dissanguato Pil calabrese: si tratta dei soldi per il“nuovo ospedale” del Capoluogo che, per la parte statale, erano vincolati alla realizzazione dell'Azienda unica.

Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Catanzaro in edicola oggi.

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