La corte d’appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione di Carolina Girasole, ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, che era accusata di voto di scambio politico mafioso: più precisamente di aver agevolato la cosca Arena in cambio di voti per farsi eleggere alla guida del Comune di Isola Rizzuto.
Accuse scaturite dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che nel 2013 sfociò nell’operazione denominata "Insula" con la quale furono arrestate tredici persone, tra le quali anche Carolina Girasole e il marito Francesco Pugliese. Arresti che suscitarono un notevole clamore dal momento che Girasole, esponente del Pd, era nota per il suo impegno contro le cosche mafiose della zona.
Nel settembre 2015 il Tribunale di Crotone aveva assolto, perchè il fatto non sussiste, sia Girasole che il marito dall’accusa di abuso d’ufficio e voto di scambio; sentenza ora confermata dai giudici dell’appello anche nella parte in cui vengono assolti gli altri imputati che rispondevano con l’ex sindaco dei reati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio aggravati dalle modalità mafiose: l’ex assessore alle politiche agricole Domenico Battigaglia e il dirigente comunale Antonio Calabretta, oltre a Franco Pugliese, Pasquale Arena, Massimo Arena, Paolo Lentini, Antonio De Meco e Antonio Guarino.
La corte d’appello ha confermato anche l’assoluzione dall’accusa di associazione mafiosa sulla quale ruotava l’intera inchiesta, accusa che veniva contestata al boss Nicola Arena, ai figli Massimo Arena (nel frattempo deceduto), Pasquale Arena e a Franco Ponissa.
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