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Corruzione in prefettura a Catanzaro, archiviazione per funzionaria e imprenditore

Il Palazzo del Governo di Catanzaro

Il gip di Catanzaro, su richiesta della procura, ha archiviato l’inchiesta sulla funzionaria della prefettura di Catanzaro Nerina Renda e sull'imprenditore lametino Salvatore Lucchino. I due, difesi dagli avvocati Aldo Ferraro e Antonella Pagliuso, erano stati arrestati e posti ai domiciliari il 25 luglio 2017 con l’accusa di corruzione.

La Renda era accusata di avere aveva compiuto ispezioni e sopralluoghi nel centro di accoglienza gestito da Lucchino «generici e per questo positivi» condizionando la procedura per la stipula di una convenzione con la prefettura in cambio di un immobile di Lucchino e della promossa di somme di denaro.

L’ordinanza era stata annullata dal Tribunale della Libertà che l’11 agosto 2017 rimise in libertà gli indagati. La procura ha chiesto l’archiviazione che è stata accolta dal gip ritenendo «non coltivabile l’accusa in giudizio né con riferimento all’ipotesi di reato per cui è iscrizione, né con riferimento ad altre ipotesi di reato».

«È stata quindi posta la parola fine - hanno affermato in una nota gli avvocati Aldo Ferraro e Antonella Pagliuso - ad una vicenda nella quale i due indagati hanno subito oltre 15 giorni di arresti domiciliari, la sospensione dal servizio per la Renda (tutt'ora in atto, ma che ora sarà certamente nell’immediatezza revocata e reintegrata) ed il definitivo fallimento economico per l’imprenditore Lucchino.

«Oltre ad avere riportato, ovviamente, l’immancabile condanna rimediata all’esito del processo mediatico innescatosi nell’immediatezza del loro arresto, che oggi deve essere necessariamente rivista per l’accertata infondatezza delle accuse mosse carico dei due indagati».

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