«Maria non apparteneva a nessuno, tranne che alla Libertà. Nata Libera, sarà Libera in eterno». Queste parole postate su una pagina Facebook dedicata a Maria Chindamo - l'imprenditrice 44enne di Laureana di Borrello, che, se il destino non le avesse brutalmente sbarrato la strada, lo scorso 7 giugno avrebbe festeggiato i 47anni - riportano alla memoria di amici, familiari e parenti l'immagine di una donna determinata, solare e capace di andare a testa alta in un contesto socio-ambientale ancorato a visioni primordiali della vita. La lettera anonima pervenuta un paio di mesi fa alla Procura di Vibo e all'avvocato Nicodemo Gentile, legale di fiducia della famiglia Chindamo, riporta l'intera vicenda sotto i riflettori della cronaca. I suoi contenuti aprono le porte, come riporta la Gazzetta del Sud in edicola, anche a nuove congetture. In ogni caso, mettono al centro di ogni considerazione non questioni sentimentali, ma di proprietà e soldi. L'idea è che gli inquirenti, sino ad oggi, non abbiano trascurato o sottovalutato alcuna ipotesi. L'anonimo suggeritore, però, si cala in dettagli che non potevano essere noti a chiunque.