Negli ultimi giorni la Polizia di Stato ha eseguito altre due misure cautelari in materia di violenza di genere. Due sono le misure cautelari eseguite dagli Agenti della Squadra di P.G. del Commissariato di Catanzaro Lido, a fronte di altrettante denunce presentate, rispettivamente, l’8 ed il 10 agosto, da due donne vittime di maltrattamenti in famiglia.
La prima è stata eseguita appena all’indomani dell’entrata in vigore della legge 69/19 (c.d. “Codice Rosso”). Nella serata di sabato 10 agosto gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di G.V. di anni 48, di professione avvocato, perché responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie. Nella denuncia presentata lo scorso 8 agosto, la vittima dei maltrattamenti ha raccontato gli ultimi anni di convivenza con il proprio coniuge, divenuti nel tempo sempre più difficili per il carattere violento del marito, aggravato anche dall’abuso di sostanze stupefacenti dell’uomo che, col passare del tempo, la moglie ha tristemente constatato.
Avute le prove dell’uso della cocaina da parte del marito, per la donna è iniziato un inferno: insulti, gravissime minacce (anche con allarmanti allusioni ad amicizie dell’uomo nella criminalità organizzata), percosse, aggressione, si sono susseguite negli anni e, a parte una breve parentesi coincisa con la nascita di una figlia, sono andate sempre in crescendo, fino a culminare in una giornata del corrente mese di agosto, in cui un’ennesima lite è sfociata in vie di fatto, tanto da indurre la vittima a fuggire di casa.
Le indagini lampo eseguite dagli scrupolosi investigatori della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Catanzaro Lido, nell’ambito delle direttive fornite dal P.M. dottoressa Irene Crea, hanno consentito di circostanziare e comprovare quanto raccontato dalla donna, facendo emergere in maniera evidente i numerosi episodi di violenza, fisica e morale, cui la donna era da tempo vittima e la forte carica aggressiva e denigratoria dell’uomo che peraltro non si è mai posto scrupoli nel porre in essere la propria condotta anche davanti alla figlia, in tenera età. La gravità dei fatti, la pericolosità del soggetto e la evidente recrudescenza dei comportamenti dell’indagato disvelati dalle indagini, hanno pertanto indotto il P.M. a richiedere al G.I.P. la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, considerato il rischio concreto di una reiterazione di atti violenti, sia nei confronti della moglie che dei familiari della stessa.
La seconda misura è stata eseguita nella mattinata del 14 agosto. Gli agenti del Commissariato di Catanzaro Lido hanno notificato e dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa a carico di T. G., di anni 39, poiché indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia in danno della propria compagna convivente, V. N., trentunenne. La misura cautelare è originata da una denuncia presentata lo scorso 10 agosto dalla donna, appena all’indomani dell’entrata in vigore delle citate novità normative, che presentatasi presso il Commissariato di Catanzaro Lido, ha raccontato gli ultimi anni di convivenza con il proprio compagno, con il quale ha un figlio di 6 anni, passati in un crescendo di insulti, minacce e scatti d’ira, spesso violenti, susseguitisi negli anni, fino a culminare il 9 agosto, in cui l’uomo sferrava, nel corso dell’ennesima lite, un violento pugno alla donna, che induceva quest’ultima, dopo aver fatto ricorso alle cure mediche , a presentarsi alla Polizia per sporgere denuncia.
Le indagini eseguite tempestivamente dagli agenti della squadra di polizia giudiziaria del Commissariato di Catanzaro Lido, nell’ambito delle direttive fornite dal P.M. dottoressa Irene Crea, hanno consentito di circostanziare e comprovare quanto raccontato dalla donna, facendo emergere in maniera inequivocabile i numerosi episodi di violenza, fisica e morale, cui la donna era da tempo vittima. Per tale motivo il P.M. ha richiesto al G.I.P. la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa, eseguita alla vigilia di ferragosto.
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