«Il disordine amministrativo e l'irregolarità nella gestione degli appalti pubblici, come dimostra la vicenda relativa all'appalto della mensa scolastica, possono costituire un indice significativo della grave compromissione che l'esercizio delle funzioni amministrative risente, per effetto della penetrazione ormai diffusa delle logiche mafiose all'interno dell'apparato politico e amministrativo locale, ad ogni livello».
È uno dei passaggi chiave della sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato la decisione del Tar del Lazio, che aveva annullato lo scioglimento del Consiglio comunale lametino. Nelle diciassette pagine, i giudici parlano poi di «disfunzionalità nella gestione dei contratti pubblici a imprese gestite da soggetti non del tutto avulsi da frequentazioni con elementi controindicati, seppure non solo a fini antimafia».
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