Questa mattina la denuncia sui social network. Perché se anche la scuola è maestra di vita e la fantasia è un buon insegnamento per "sopravvivere" c'è un diritto allo studio che deve camminare di pari passo con la sicurezza. E sono convinti di questo i genitori degli alunni del "Vespucci" di Vibo Marina.
Lo è in particolare una madre che questa mattina la sua "rabbia" l'ha messa direttamente in... pagina. E dai social network il tam tam è partito veloce tanto da arrivare fino alle stanze del Parlamento. A parlare la fotografia della quinta elementare frequentata dai bambini del plesso Presterà chiuso e trasferito nei locali del Vespucci.
Un'aula dove le maniglie delle finestre non sembrano proprio a norma considerato che il sistema per usarle è fissato ad un legno legato ad un filo, il tutto adagiato su un "ponte" di libri.... In questa direzione l'appello della madre all'assessore ai lavori pubblici Giovanni Russo, «già sollecitato» e che spiega ancora la signora «aveva già mandato una ditta per verificare i problemi».
Una la domanda: «Entro il 2099 saranno aggiustate le maniglie delle finestre in modo decente, e non con lo spago e la tavola?». Una denuncia che ha fatto rumore e su cui è intervenuto il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli che sulla sua bacheca Facebook ha postato una foto della scuola elementare Amerigo Vespucci di Vibo Marina.
«Sfugge la ragione per la quale un Ministro della Pubblica istruzione - ha scritto sui social - si preoccupi di bandire il crocifisso nelle aule, di giustificare le assenze degli studenti che partecipano alle manifestazioni a lui gradite mentre l’edilizia scolastica cade a pezzi, si chiudono le scuole per fare derattizzazioni che potevano essere programmate in estate, il flagello delle cattedre scoperte si ripropone come ogni anno, la droga infesta la vita dei nostri ragazzi anche negli istituti scolastici, la capacità formativa del nostro sistema è deprimente nonostante l’impegno di tanti eroici insegnanti, le scuole paritarie vengono lasciate morire invece di concorrere autorevolmente a una rete sussidiaria, gli stipendi devoluti a chi ha in mano il futuro dei nostri figli sono ridicoli. Ministro Fioramonti, si occupi della scuola e lasci stare gli asini che volano».
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