Il giorno dopo resta il vuoto. Un silenzio che fa rumore tra i corridoi dell'ospedale Jazzolino di Vibo. Molti medici si trincerano dietro il silenzio. Altri spiegano che non è giusto far ricadere la colpa sugli anestesisti, costretti a turni massacranti pur di garantire le urgenze.
All'indomani della morte del bimbo nel grembo della madre, i corridoi del nosocomio sono semideserti, i pochi utenti in coda per le visite non riescono a non commentare l'episodio: «La sanità in questo territorio sta andando a rotoli e a pagare le conseguenze più gravi siamo noi pazienti». E così lo Jazzolino viene bollato come presìdio da cui scappare.
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