Le acque dell’Area Marina "Capo Rizzuto" si confermano ancora una volta un vero e proprio scrigno di tesori archeologici.
Nelle scorse settimane Francesco Megna, Luca De Rosa, Franco Megna e Simone Megna operatori del Diving Made in Sub di Le Castella, nel corso di una immersione ricreativa nelle acque di Capo Rizzuto hanno fortunosamente individuato alcuni strani oggetti disordinatamente poggiati su sabbia e roccia che si sono rivelati, ad una più attenta osservazione, dei cannoni in ferro.
Dapprima ne è stato identificato un unico esemplare, adagiato su di un fondale misto sabbioso-roccioso e ben camuffato nel fondale, una più attenta ricognizione delle vicinanze, suggerita da questa scoperta, ha permesso di rinvenirne altri, collocati a pochi metri di distanza, adagiati in posizione disordinata e ricoperti da concrezioni subacquee, questi ultimi sono adagiati su una superficie decisamente rocciosa.
Questa caratteristica del fondo, le rocce, hanno impedito che venissero seppelliti dalla sabbia e rimanessero per sempre nascosti.
Nel raggio di venticinque metri attorno al primo avvistamento, sono stati scoperti almeno altri cinque cannoni, uno spettacolo per la vista ma anche una scoperta che riteniamo essere di notevole importanza.
Consapevoli di questo, infatti, i rinvenitori, hanno prontamente segnalato la scoperta alla competente Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, la quale ha immediatamente avviato i procedimenti e i protocolli conoscitivi del caso.
I pezzi di artiglieria lascerebbero supporre che nell’area della scoperta si sia consumato un naufragio, presumibilmente databile tra il XVII ed il XVIII secolo, oppure che sia avvenuta una perdita parziale del carico a causa di un incidente o di un fatto bellico.
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