«Ho conosciuto Paolo Lentini (considerato dalla Procura antimafia di Catanzaro il reggente della cosca Arena e condannato a 16 anni e 4 mesi di reclusione nell'abbreviato di “Jonny”.) solo al catechismo. Poi non l'ho più visto».
In collegamento video col tribunale di Crotone, da Novara, don Edoardo Scordio, in oltre quattro ore di deposizione, ha cercato di smontare tutte le contestazioni che gli vengono addebitate nel processo scaturito dall'inchiesta “Jonny” della Dda di Catanzaro nel quale è imputato assieme ad altre 33 persone.
Davanti al collegio del tribunale presieduto da Marco Bilotta, il sacerdote ed ex parroco imputato per associazione mafiosa e malversazione, ha negato di aver incontrato o consegnato soldi ad esponenti del clan Arena.
L'articolo completo nell'edizione odierna di Crotone della Gazzetta del Sud.
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