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Falsi certificati per avere contributi agricoli, 40 indagati a Crotone

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Certificavano l'utilizzo di terreni agricoli con contratti falsi sottoscritti in alcuni casi con persone morte. In questo modo presentavano istanza di aiuti alle coltivazioni ed ottenere i contributi agricoli. E' questo uno dei "modus operandi" di alcune delle 40 persone indagate nell'inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza di Crotone che ha sequestrato beni per 230 mila euro  a 10 persone indagate nell'indagine "Cronos 2".

Truffa aggravata finalizzata al conseguimento di indebite erogazioni pubbliche, è il reato contestato agli indagati destinatari del provvedimento di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni immobili, emesso dal Tribunale di Crotone ed agli altri 35 indagati. L’indagine che coinvolge complessivamente 59 imprenditori agricoli dei Comuni di Isola Capo Rizzuto, Cutro, Strongoli ed è volta a verificare la legittimità delle percezioni di finanziamenti comunitari per il settore.

L’attività dei finanzieri, svolta integrando i dati acquisiti attraverso i sistemi informatici in dotazione al corpo con le informazioni ottenute dall’analisi dei fascicoli aziendali acquisiti dall’Arcea (Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura) e dai Caa (Centri Assistenza Agricola), avrebbe permesso di accertare la presentazione di istanze di accesso ai contributi comunitari attraverso l’utilizzo di contratti di affitto intestati a soggetti deceduti e la produzione di falsi titoli di possesso. Da qui la denuncia alla Procura della Repubblica di Crotone a 45 persone.

Su richiesta del sostituto procuratore Alessandro Rho, che ha diretto le indagini, il Tribunale di Crotone ha fatto scattare, nei confronti di dieci indagati, la misura cautelare del sequestro patrimoniale per un importo equivalente ai contributi pubblici indebitamente percepiti.

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