Boss della 'ndrangheta assieme a insospettabili professionisti, politici e anche esponenti delle forze dell’ordine coinvolti nel maxi blitz "Rinascita-Scott" che oggi ha portato in carcere 260 persone, altre 70 ai domiciliari e 4 hanno avuto il divieto di dimora.
Una super loggia massonica coperta che in questi anni avrebbe gestito non solo affari e appalti in tutta Europa ma avrebbe indirizzato anche carriere. La massoneria coperta quindi come stanza di compensazione tra gli appetiti dei clan vibonesi e gli interessi illeciti di professionisti e imprenditori.
Tra le persone raggiunte da ordinanza anche l’avvocato penalista ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, l’ex consigliere regionale della Margherita e poi Pd, Pietro Giamborino e il segretario del Psi calabrese Luigi Incarnato (domiciliari).
Il gip ha imposto il divieto di dimora in Calabria per l'ex parlamentare ed ex assessore regionale del Pd Nicola Adamo, indagato per traffico di influenze. E ancora il consigliere comunale di Vibo Valentia Alfredo Lo Bianco, del Pd, e il fratello Orazio Lo Bianco (domiciliari).
Alfredo Lo Bianco è stato anche presidente della Provincia di Vibo Valentia nel periodo di transizione fra la decadenza dell’ex presidente Andrea Niglia (decaduto da sindaco di Briatico e quindi da presidente della Provincia nel 2016 dopo lo scioglimento dell’ente per infiltrazioni mafiose) e l’insediamento dell’attuale presidente, Salvatore Solano. Fra gli arrestati, ai domiciliari, anche l’ex assessore comunale di Vibo Valentia Vincenzo De Filippis.
Figura chiave è quella di Pittelli, ex parlamentare di Fi, che «avrebbe messo sistematicamente a disposizione dei criminali il proprio rilevante patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale».
È quanto riferiscono gli investigatori dei carabinieri in relazione alla posizione del legale. Dalle indagini sarebbero emersi anche i rapporti diretti tra Pittelli, iscritto al Grande Oriente d’Italia, e Luigi Mancuso, uno dei boss dell’omonima cosca. Tra gli arrestati anche Pietro Giamborino, ex consigliere regionale del Pd, ritenuto «formalmente affiliato alla locale di Piscopio».
Il politico, secondo l’accusa, avrebbe intessuto legami con alcuni dei più importanti appartenenti alla 'ndrangheta vibonese per garantirsi voti ed appoggi necessarialla sua ascesa politica, divenendo, di fatto, «uno stabile collegamento dell’associazione con la politica calabrese, funzionale alla concessione illecita di appalti pubblici e di
posti di lavoro per affiliati o soggetti comunque contigui alla consorteria».
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, eletto con il Pd ma poi uscito dal Pd e recentemente avvicinatosi al sindaco di
Cosenza Mario Occhiuto, di Fi, al quale ha espresso il suo sostegno alla candidatura alle prossime regionali, secondo
l'accusa, grazie al suo ruolo politico ed amministrativo, avrebbe tenuto condotte amministrative illecite e favorevoli
alle cosche, garantendo ad alcuni indagati benefici nella gestione di attività imprenditoriali.
Tra gli arrestati figurano anche Filippo Nesci, comandante della Polizia municipale di Vibo Valentia, ritenuto responsabile di episodi di corruzione in favore di esponenti dell’associazione, ed Enrico Caria, all’epoca dei fatti comandante della Polizia locale di Pizzo che, in concorso con Callipo, avrebbe agito nell’interesse dei Mazzotta, egemoni sul territorio, adottando condotte perlopiù omissive.
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