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'Ndrangheta, da Vibo a Torino i business criminali della cosca Bonavota

Nelle carte dell'operazione antimafia “Fenice” della Procura distrettuale di Torino, spuntano delle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia sulla cosca Bonavota, operante nella provincia di Vibo.

L'indagine ha avuto un risalto nazionale per via delle condotte illecite contestate che, oltre all'associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, riguardano anche lo scambio elettorale politico-mafioso per quanto riguarda le elezioni regionali in Piemonte.

Un capitolo dell'ordinanza del gip torinese è dedicato alle dichiarazioni rese agli inquirenti dai collaboratori di giustizia Francesco Costantino, Francesco Oliverio e Christian Talluto sulla cosca Bonavota e sull'appartenenza alla 'ndrangheta di soggetti del Vibonese operanti in Piemonte.

Il collaboratore Francesco Costantino, si legge nell'ordinanza eseguita giovedì, asseriva di conoscere personalmente i seguenti personaggi appartenenti alla cosca Bonavota: "Antonio Serratore, i fratelli Pasquale, Domenico e Nicola Bonavota, i fratelli Salvatore e Francesco Arone, Domenico Dileo, Carlo Pezzo e Antonino Delfina. Le persone che ho indicato quali appartenenti alla famiglia Bonavota, il Defina e gli Arone ed in particolare Bonavota Pasquale, Bonavota Nicola Bonavota Domenico Arone Salvatore, Arone Francesco e Serratore, del quale avevo indicato compiutamente il nome in precedenti interrogatori, sono certamente affiliati alla 'ndrangheta e sono stati protagonisti di una faida con la famiglia dei Cracolici detti Palermo, originaria di Vibo Valentia".

Il collaboratore di giustizia Francesco Oliverio asseriva che in Piemonte aveva avuto a che fare con i fratelli Serratore. Nei vari interrogatori diceva: "L'ufficio da atto che nella fotografia nr. 1 è raffigurato Bonavota Pasquale; nella foto nr. 2 è raffigurato Bonavota Nicola; nella foto nr. 5 è raffigurato Serratore Antonio e nella fotografia nr. 6 Serratore Raffaele. I Bonavota sono affiliati alla 'ndrangheta e sono attivi a Sant'Onofrio (VV) ed operativi anche in Piemonte e nella zona di Monza".

Anche il collaboratore di giustizia Christian Talluto era "certo dell'appartenenza di Serratore Antonio alla 'ndrangheta" e nello specifico alla cosca Bonavota, affermava: "So che Antonio fa parte della 'ndrangheta. Antonio in una occasione mi aveva presentato Strangio Salvatore detto Turi. Non so invece se Raffaele sia affiliato. Serratore Antonio era in società con Gozzi Christian in relazione al traffico di cocaina".

Aggiunge Talluto: "Conosco la famiglia Bonavota, parenti dei Serratore, a cui loro appartengono, che sono affiliati alla 'ndrangheta e controllano la zona di Carmagnola".

L'attività investigativa, per come rappresenta il gip torinese, consentiva di documentare una serie d'incontri tra componenti della cosca denominata Bonavota "stanziali a Torino, ma anche con quelli che periodicamente dalla Calabria giungevano in Piemonte".

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