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Omicidio D'Arca a Crotone, rinviati a giudizio nonno e nipote

Il tribunale di Crotone

Dovranno comparire davanti ai giudici della Corte d'Assise di Catanzaro il 28 maggio prossimo, Giuseppe Cortese (30 anni) e suo nonno Francesco Pezziniti (67), entrambi indagati per l'omicidio di Stefano D'Arca (54 anni), avvenuto nella notte tra il 7 e l'8 marzo scorso sotto i portici di via Regina Margherita a Crotone.

Il Giudice dell'Udienza preliminare del Tribunale di Crotone Romina Rizzo, accogliendo la richiesta del pm Giampiero Golluccio ha infatti rinviati a giudizio nonno e nipote, entrambi per omicidio in concorso. I due inoltre sono accusati di detenzione, porto e ricettazione dell'arma da fuoco usata per il delitto (una pistola Beretta); il solo Pezziniti deve rispondere pure della detenzione di un revolver, anch'esso con matricola punzonata.

Il gup si è poi riservata di decidere sull'ìstanza di sequestro conservativo dei beni immobili dei due imputati, avanzata dalle parti civili a garanzia dell'eventuale risarcimento. Secondo quanto dichiarato dai due indagati, arrestati dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato di Crotone nell'immediatezza dell'omicidio, il delitto sarebbe scaturito da una lite scoppiata tra Cortese e D'Arca all'interno del bar gestito dalla famiglia del giovane.

D'Arca avrebbe danneggiato il locale, e Cortese sarebbe corso nel vicino hotel del nonno materno (Pezziniti), per prendere la Beretta che il 77enne aveva in casa. Quindi, seguito dal nonno, sarebbe tornato al bar per affrontare D'Arca arma in pugno. A questo punto Pezziniti gli avrebbe strappato la pistola di mano, e avrebbe fatto fuoco diverse volte, uccidendo D'Arca subito fuori dal locale.

Giuseppe Cortese è difeso dagli avvocati Ilda Spadafora e Francesco Laratta mentre Francesco Pezziniti è assistito dall'avvocato Aldo Truncè. La figlia e la moglie di Stefano D'Arca sono rappresentate dagli avvocati Emanuele Procopio e Jessica Tassone. I fratelli della vittima, dall'avvocato Fabrizio Gallo.

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