Un incubo ha vissuto per qualche giorno una ragazza di Dasà (che non citiamo per privacy), rea, in un'isterica e folle visione popolare, di essere affetta da coronavirus.
La sua colpa è quella di insegnare in una regione del nord (all'epoca del rientro non in zona rossa), essere tornata in paese dopo la chiusura delle scuole (tra l'altro autodenunciando il rientro) e non essere uscita da casa perché impegnata a studiare.
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