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San Costantino Calabro, la proposta di don Sicari: "Un flash mob pasquale per sabato notte"

"Nella notte di Sabato Santo, dopo che le campane della nostra chiesa suoneranno a festa, ognuno di voi si metta a gridare dentro casa o gridare dalla finestra: Alleluia! È Risorto! In una sorta di flash mob pasquale”. È questo l’invito che rivolge alla comunità il  parroco  di San Costantino Calabro don Francesco Sicari.

“Siamo ormai inchiodati da oltre un mese - afferma il sacerdote -  nel ‘coronavirus day’, ma terminerà, ne siamo fiduciosamente certi e lo racconteremo, ma adesso dobbiamo attraversarlo, per vincerlo tutti insieme. So bene - continua don Francesco - come ci possiamo sentire in questo momento così difficile e sono ben consapevole come oltre alle difficoltà economiche e sociali che stanno emergendo con drammaticità, a tanti di voi mancheranno anche i coinvolgenti e suggestivi riti pasquali.  Ma   permettetemi - aggiunge ancora il parroco - che vi dica che anche se come comunità cristiana non ci raduneremo in Chiesa, mi piace pensare che le campane suoneranno ancora più forte”.

Per don Sicari “anche se ci mancherà la possibilità di pregare insieme, sicuramente pregheremo molto di più e meglio. Forse quest’anno il grido della resurrezione, invece, lo accoglieremo con maggior intensità. Insomma sarà una Pasqua particolare, più raccolta, da celebrare in famiglia. Ma non per questo sarà una Pasqua “ridotta”, una Pasqua triste, una Pasqua da dimenticare presto”.

Nella lettera il  parroco rivolge, inoltre, il suo pensiero “agli anziani, custodi del patrimonio storico, culturale e valoriale del nostro paese, alle persone ammalate che dall’inizio di questa pandemia non posso visitare e che ogni giorno ricordo nelle mie preghiere, ai tanti bambini del catechismo e dell’oratorio che mi mancano tanto con la loro gioiosa esuberanza e a tratti chiassosa vivacità e ai cari giovani della nostra comunità che più che mai in questo frangente storico sono la nostra forza e speranza”. Il sacerdote  saluta infine “le autorità civili e militari del paese impegnate più che mai a tutelare il bene della comunità, nel rispetto delle regole emanate dal governo e delle indicazioni delle istituzioni sanitarie nazionali”.

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