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Vibo, genitori rifiutano custodia cautelare in casa: 33enne resta in cella

Rimane in carcere anche se il gip Marina Russo del Tribunale di Vibo Valentia da ormai nove giorni aveva disposto gli arresti domiciliari. Una brutta storia quella di Nicola Polito, 33 anni, di Paravati di Mileto. La Procura di Vibo Valentia lo accusa di omicidio volontario. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui la sera dell'1 Aprile scorso a premere il grilletto di un fucile calibro 12 con matricola abrasa contro il cugino, Francesco Palmieri, 27 anni, residente insieme alla sua famiglia nella stessa palazzina dei Polito. Una tesi che, però, non ha convinto il gip il quale, in sede di convalida del fermo, ha derubricato il capo di imputazione da omicidio volontario in «morte scaturita da altro reato», accettando per certi aspetti la tesi sostenuta dallo stesso indagato, difeso dall'avvocato Salvatore Sorbilli.

Ma al di là delle decisioni del gip la sostanza fino ad oggi non è per nulla cambiata perché Nicola Polito è costretto a rimanere in carcere. I genitori hanno rifiutato la sua custodia cautelare nella propria abitazione senza peraltro indicare un domicilio alternativo. E così in attesa che possa essere accolto in una struttura differente il giovane di Paravati deve rimanere in cella dove tra l'altro, è costretto a comunicare per telefono con il suo difensore causa la grave emergenza sanitaria in atto.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro

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