Al tempo del coronavirus, dopo due mesi di restrizioni e sacrifici, anche i cristiani di Vibo, come nel resto d'Italia, chiedono a gran voce la riapertura delle chiese e la possibilità di assistere alle celebrazioni seppur con le dovute precauzioni.
Sono a decine le testimonianze di persone che esprimono rammarico per la decisione del presidente del Consiglio. Libertà di culto non vuol dire infettare la gente, secondo la comunità cattolica vibonese, ma significa potersi cibare del corpo di Cristo nel rispetto della salute altrui. In buona sostanza per i cristiani la comunione spirituale può andar bene per un breve periodo, ma non per mesi.
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