Percepiva il reddito di cittadinanza nonostante sia considerato esponente apicale della criminalità organizzata vibonese. All’Inps, infatti, aveva omesso di comunicare la sussitenza a suo carico di condanne passate in giudicato, preclusive dell’erogazione del beneficio richiesto. Aveva così intascato, nel periodo settembre 2019-gennaio 2020, l’importo di 4.500 euro. Si tratta di Vincenzo Barba, 68 anni, detto «u musichiere».
Estorsione, sequestro di persona, ricettazione, truffa e usurai precedenti a suo carico. È ritenuto personaggio di vertice del clan Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia. Condannato dalla Corte di Appello di Catanzaro per associazione per delinquere di stampo mafioso, la sentenza a suo carico è divenuta definitiva il 15 dicembre 2011.
Barba è stato coinvolto nelle operazioni «Robin-Hood», «Nuova Alba», «Flash» e recentemente è stato tratto in arresto nell’operazione «Rinascita Scott» della Dda di Catanzaro, che ha fatto emergere, dopo la morte di Carmelo Lo Bianco, detto «Sicarro», la sua costante ascesa negli anni fino ad assumere, insieme ad altri, la qualità di promotore, organizzatore, capo e contabile della 'ndrina e della «Società Maggiore» di Vibo Valentia.
Agli atti dell’inchiesta il suo ruolo di contabile della cosca, alternativamente a Raffaele Franzè, detto «Lele U Svizzeru», deceduto. Al termine del controllo sulla spesa pubblica, i finanzieri lo hanno denunciato alla locale Procura della Repubblica che, ravvisando gli estremi di legge, ha richiesto al Gip l’emissione di un decreto di sequestro preventivo, eseguito oggi avente per oggetto la somma di 4.500 euro circa, pari al profitto illecito conseguito.
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