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Coronavirus, il comandante dei Nas: "Oltre 700 ispezioni nelle Rsa, 111 non conformi"

Adelmo Lusi

Li definiscono i “guardiani della salute” degli italiani. Sono i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità. Alla guida il comandante generale dell'Arma, Adelmo Lusi, con un passato in Calabria alla guida della Legione Carabinieri.

Generale Lusi, chi sono i carabinieri del Nas e di che cosa si occupano?
«Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è un Reparto dell'Organizzazione Speciale dell'Arma dei Carabinieri con una dipendenza gerarchica dal Comando Generale dell'Arma ed una funzionale dal Ministro della Salute, il quale si può avvalere proprio dei Carabinieri Nas nell'ambito dell'esercizio del potere di alta vigilanza in materia sanitaria. I compiti istituzionali di Specialità afferiscono alla sicurezza in varie macro-aree: alimentare (salubrità alimenti e animali da reddito); sanitaria (sanità pubblica e privata, professioni e arti sanitarie, animali d'affezione e prodotti pericolosi); farmaceutica (farmaci ad uso umano e veterinario, dispositivi medici, contrasto al fenomeno del doping sportivo). Il Comando svolge un ruolo di coordinamento e direzione dei 38 Nuclei Antisofisticazioni e Sanità (Nas), di un Reparto Operativo con competenza nazionale e di un Nucleo Carabinieri istituito presso l'Aifa, l'Agenzia Italiana del Farmaco. Per lo svolgimento dei compiti, oltre alle funzioni di polizia giudiziaria, ai Carabinieri dei Nas sono state conferite qualifiche specifiche in materia di vigilanza sanitaria ed amministrativa in tali aree, nonchè l'equipollenza al titolo di Tecnico della Prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro».

Cos'è cambiato per i carabinieri del Nas con l'emergenza sanitaria dovuta al Covid 19?
«Nell'ambito dell'attuale emergenza sanitaria epidemica da “Coronavirus”, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute svolge un ruolo di coordinamento centrale all'interno delle Unità di crisi del Ministero della Salute e della Protezione Civile. A livello locale i dipendenti Nas svolgono attività di supporto alla sorveglianza sanitaria ed epidemiologica, d'intesa con le Autorità sanitarie regionali e locali, e controlli sul territorio, mediante verifiche sull'osservanza degli obblighi imposti dalle misure di contenimento presso esercizi commerciali, come il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale e delle chiusure, controlli sulla regolarità della vendita di mascherine, dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale (Dpi). Inoltre i Nas operano al contrasto di pratiche commerciali fraudolente come la vendita di prodotti privi delle qualità dichiarate o il rialzo fraudolento dei prezzi al pubblico, anche con estensione delle verifiche sulla vendita on-line».

Avete uomini e mezzi sufficienti per svolgere un'attività così complessa su tutto il territorio nazionale?
«Le attività svolte nel corso dell'emergenza da Covid hanno interessato l'impiego complessivo di 10.600 militari e 5.200 vetture di servizio. Infatti i Nas, già dall'inizio della prima fase di focolai epidemici, hanno eseguito verifiche in oltre 16mila aziende ed esercizi, con la contestazione di 381 violazioni per inosservanza delle misure di contenimento, frode in commercio, pratiche commerciali fraudolente, vendita di prodotti sanitari non registrati/autorizzati e carente offerta assistenziale in strutture per anziani e disabili. Sono stati sequestrati un milione 250mila tra Dpi e dispositivi medici (mascherine, guanti) irregolari, 100mila confezioni di prodotti igienizzanti e oscurati 6 siti web per vendita illecita di farmaci e prodotti sanitari vietati o con false qualità preventive/curative anti-Covid».

In queste ultime settimane i suoi uomini hanno controllato molte strutture, in particolare sanitarie. Che situazioni avete trovato?
«Un focus particolare è riservato alle verifiche di strutture di riabilitazione, ricettive per anziani e persone non autosufficienti. Infatti, con la progressiva diffusione epidemica da Coronavirus, i controlli sono stati intensificati per rilevare possibili criticità relative alla gestione delle procedure preventive e gestionali degli spazi riservati a possibili casi di positività Covid-19, nonché alla formazione degli operatori e loro dotazione di materiali protettivi. A partire da febbraio, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza ed il susseguirsi delle varie misure di contenimento, i Nas hanno operato 770 accessi ispettivi in strutture ricettive, individuandone 111 non conformi alla normativa (pari al 15%), deferendo all'A.G. 144 persone e sanzionandone ulteriori 71, contravvenzionate per un ammontare complessivo di oltre 70mila euro. Nel corso dei controlli sono state rilevate inadeguatezze strutturali, gestionali e carenze di personale destinato all'assistenza e cura, nonché specifiche violazioni attinenti il rispetto della normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro, la mancanza di dispositivi di protezione individuale e di formazione del personale al fine di salvaguardare la propria incolumità e, di conseguenza, quella degli ospiti. A causa delle gravi carenze strutturali ed organizzative sono stati eseguiti provvedimenti di sospensione e di chiusura nei confronti di 17 attività ricettive, giudicate incompatibili con la permanenza degli alloggiati, determinando il trasferimento degli stessi in altri centri, nel rispetto delle procedure nazionali e regionali previste per la prevenzione di possibili contagi».

In Calabria siete entrati nelle residenze per anziani dove il virus ha fatto decine di morti…
«Nella realtà riscontrata nel corso dell'attuale situazione di emergenza sanitaria, è stata evidenziata una presenza di focolai di positività Covid all'interno di strutture ricettive per anziani e di residenze per lungodegenze ubicate in tutto il territorio nazionale, verosimilmente accentuati dall'elevata età media e vulnerabilità degli ospiti nonché dalla probabile adozione di misure contenitive inferiori a strutture sanitarie (organizzazione degli spazi comuni, uso di DPI degli operatori, uso di mascherine per gli anziani). Tali contagi hanno determinato conseguenti decessi delle persone più sensibili ed esposte, ma il fenomeno ha avuto una connotazione estesa a tutte le regioni, con particolare incidenza nelle aree delle regioni del Nord Italia, a loro volta colpite da una maggiore diffusività epidemica».

Si poteva evitare, secondo lei, il diffondersi del contagio all'interno delle strutture?
«Le linee guida delle Autorità sanitarie, emesse già nella fase iniziale dell'emergenza, evidenziavano la necessità di un'attenta applicazione delle procedure, un adeguamento in base alla tipologia di struttura e di ospiti, la dotazione di strumenti protettivi personali e il ricorso a sistemi diagnostici. Di fatto, nella prima fase, non tutte le strutture sono state pronte nell'adottare le indicazioni ricevute, fino a quando non è stata vietata la visita ai pazienti da parte di parenti».

Nel corso di queste attività quante sono state le segnalazioni da voi inoltrate all'autorità giudiziaria?
«Tra le 144 persone deferite dai Nas all'autorità giudiziaria a seguito dei controlli presso strutture per anziani, la maggior parte sono riconducibili a gestori ed operatori dei centri riabilitativi ed assistenziali, a causa di reati come l'abbandono di persone incapaci, la mancata assistenza di anziani, specie non autosufficienti, da parte degli addetti che invece avrebbero dovuto dedicarsi alla loro cura e custodia, nonchè l'esercizio abusivo della professione da parte di operatori non qualificati e l'uso di false attestazioni di possesso di titoli professionali, come infermiere ed OSS».

Gli ospedali calabresi, alla luce delle precarie condizioni strutturali esistenti, sono nelle condizioni di mantenere percorsi Covid sicuri?
«La pianificazione delle misure preventive predisposte dal Ministero della Salute è stata accurata e realizzata su robuste basi epidemiologiche e scientifiche. La loro applicazione richiede un coordinamento di adeguate capacità organizzative ed il possesso di dotazioni protettive anti-Covid, in cui l'adozione ed il rispetto di tali misure è uno strumento essenziale per ridurre i rischi ed impedire che le aree ospedaliere possano diventare potenziali luoghi di contagio».

La cosiddetta “fase 2” per i Nas sarà più impegnativa rispetto all'emergenza del primo momento?
«I Nas hanno costantemente rimodulato i propri dispositivi e le procedure operative al fine di adeguarsi in modo efficace ed ottimale alle mutevoli esigenze di questo periodo emergenziale. Le attività proseguiranno senza soluzione di continuità, d'intesa anche con le Autorità giudiziarie e sanitarie, al fine di supportare le misure di prevenzione e contenimento alla diffusione dei contagi nelle strutture sanitarie pubbliche e private, assistenziali e di lungodegenza (RSA, centri di riabilitazione motoria, case di riposo e comunità alloggio), come pure contrastare situazioni illecite quali, ad esempio, l'approvvigionamento di dispositivi protettivi irregolari e eventuali condotte speculative, anche con la vigilanza del mercato on-line. Infatti, la rete internet rappresenta una favorevole vetrina di prodotti con claims accattivanti asseritamente in grado di prevenire e curare patologie polmonari, in particolare, quelle causate dal Covid-19. L'estensione dei controlli dei Nas alla vigilanza on-line ha permesso di individuare e oscurare la visione di 6 siti web utilizzati per promuovere e offrire in vendita farmaci vietati e falsamente vantanti proprietà anti Covid-19, ma già ulteriori 12 sono in atto di essere oscurati a loro volta. Al riguardo, rivolgo un invito a non rivolgersi a siti web per l'acquisto on-line di farmaci, dispositivi medici e di ulteriori ipotetiche soluzioni preventive anti-coronavirus che, oltre ad alimentare il mercato illegale, rappresenta un significativo rischio per la salute a causa della assoluta mancanza di controllo di tali prodotti. Suggerisco, infine, di affidarsi a notizie e informazioni provenienti da fonti affidabili, quali quelle istituzionali. Proprio sul portale del Ministero della Salute www.salute.gov.it è presente la rubrica NASnotizie ove sono presenti numerosi interventi svolti dai Nas nel quotidiano compito di difesa della salute della collettività».

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