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La ’ndrangheta e i grandi appalti in Calabria: gli interessi sul nuovo tribunale di Vibo Valentia

Domenico Macrì

L’interesse della ’ndrangheta sulle grandi opere pubbliche. Altri spaccati degli affari delle ’ndrine sui cui Dda e carabinieri hanno messo il naso. Episodi emersi dall’inchiesta Scott Rinascita da cui si evince i tentativi della criminalità organizzata vibonese di tenere sotto controllo i grandi appalti.

E così se l’interesse del capo dei capi – ovvero il supremo Luigi Mancuso – sarebbe stato stuzzicato dalla realizzazione del nuovo ospedale (per l’opera sono in ballo circa 144 milioni di euro), quello delle ’ndrine operanti a Vibo Valentia sarebbe stato diretto verso il completamento della sede giudiziaria di via Lacquari.

In questo caso - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - a darsi da fare al fine di trarre profitto attraverso la fornitura di materiali alla ditta appaltatrice (la Sici srl) sarebbe stato Domenico (Mommo) Macrì indicato dagli inquirenti come esponente del locale di ’ndrangheta di Vibo e nello specifico della ’ndrina Ranisi (Pardea), in quanto i lavori – dall’importo di tre milioni di euro – ricadevano nell’area del capoluogo di competenza del gruppo criminale.

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