«Siamo pazienti e quindi ci tocca aspettare». È la voce piena di sgomento di una signora in fila da 2 ore al Cup dell'ospedale "Giovanni Paolo II" assieme ai suoi due bambini. Attendono all'esterno, seduti su un muretto, così riescono a riposare e a tenere la distanza. La storia delle file indisciplinate del Cup sembra ripetersi da anni ma, oggi, con l'emergenza Covid-19 è nettamente peggiorata: non ci sono più i numeri, la macchinetta automatica è spenta e l'unico modo per accedere negli uffici è carta e penna, metodo già conosciuto in precedenza quando per arrivare primi si lasciava nome e cognome sul foglio e in base a quell'ordine si prendeva poi il numero. Adesso il foglio circola per ore, con zero privacy per quanto riguarda i dati personali, con un vigilante che segna e chiama ad alta voce coloro che devono entrare. Nel mentre, però, scatta una lite ogni 10 minuti. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Catanzaro