Dall'entroterra e dalla costa, è il degrado a dare il benvenuto a residenti e turisti lungo il litorale vibonese. Uno spettacolo indecoroso quanto usuale quello offerto dalle (ex) zone industriali. Da una parte come dall'altra, a farla da padroni, in mezzo a qualche topo che “danza” liberamente tra l'immondizia, sono rifiuti di vario genere: sacchi disseminati lungo l'asfalto che costringono le auto a compiere veri e propri slalom per evitare l'impatto, pneumatici ammassati lungo il ciglio della via se non vere e proprie discariche a distanza regolare l'una dall'altra ben percepibili anche per l'odore nauseabondo. I piazzali di ciò che resta dell'area industriale, un tempo centro pulsante dell'economia cittadina che dopo la crisi ora deve fare i conti con il degrado, sono divenuti ormai da tempo ricettacolo di spazzatura. Altro che raccolta differenziata. Da quelle parti è tutto un ammasso di rifiuti in mezzo alla vegetazione che gradualmente diviene più florida e promiscua. E poi, ci sono pedane e scatoloni di carta, gomme d'auto e sacchi neri a costituir il biglietto da visita tutt'altro che suggestivo delle arterie che conducono verso Tropea e Capo Vaticano.
L'abbandono e il degrado sono testimoniati anche dalle erbacce e dagli arbusti che si ergono alti e irregolari dinanzi ai cancelli di stabilimenti abbandonati, ai quali fanno da sfondo elettrodomestici se non addirittura calcinacci che “tagliano” da destra a sinistra la sede stradale. Il panorama non cambia se dal capoluogo ci si sposta nelle frazioni costiere.
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