«Tutti devono andare a processo». Il sostituto procuratore di Crotone, Pasquale Festa, ha chiesto il rinvio a giudizio per i sette medici coinvolti nell'inchiesta sulla morte della giovane Milvia Ciarletta (originaria di Monteiasi, Taranto), avvenuta il 7 febbraio 2018 all'ospedale San Giovanni di Dio. L'istanza è stata depositata nella cancelleria del giudice per l'udienza preliminare del Tribunale. In precedenza, il gip Romina Rizzo, nel respingere la richiesta di archiviazione che era stata avanzata dalla Procura, aveva disposto l'imputazione coatta per gli operatori sanitari - in servizio tra il presidio ospedaliero e la clinica privata Sant'Anna - finiti al centro del procedimento con l'accusa di omicidio colposo.
La vicenda risale al 25 settembre 2017, quando la vittima rimase coinvolta in un incidente stradale sulla Strada provinciale 83 nel tratto Grottaglie-Monteiasi. In seguito al quel sinistro, Milvia venne prima ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Taranto. Poi, fu trasferita a Crotone nel centro riabilitativo Sant'Anna perché si trovava in «stato vegetativo post-traumatico». Durante la degenza, come ha argomentato il gip nel suo provvedimento del 15 giugno, le condizioni della giovane stavano migliorando «al punto che il personale in servizio presso la predetta clinica aveva dichiarato la cessazione dello stato vegetativo». Ma il 5 febbraio 2018 il quadro clinico della vittima peggiorò, quando «all'esito di una manovra di riposizionamento della Peg (la gastrostomia endoscopica percutanea che consiste nell'applicazione chirurgica di una sonda, la quale collega lo stomaco all'esterno) la stessa veniva trasferita presso l'ospedale di Crotone, dove decedeva il successivo 7 febbraio».
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