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Lamezia, un'altra discarica in località Stretto: il no di imprenditori e politici

Ambiente, imprese e sviluppo sostenibile. Questi al centro del webinar ideato dal deputato Antonio Viscomi: «Lamezia sta vivendo un po' di contraddizioni politiche e non solo, sulle quali vale la pena porre l'attenzione», ha spiegato, anticipando l'intervento di Alberto Statti, il quale a sua volta ha sottolineato come tante eccellenze cittadine e imprenditoriali locali stiano contribuendo a far crescere la reputazione di questa regione, in cui non mancano però i «paradossi».

«Si parla di opportunità, di distretto del cibo, ma portare rifiuti in quest'area la ritengo una scelta scellerata - ha sostenuto il presidente di Confagricoltura - le due iniziative non possono convergere».

Un “no” secco rispetto all'ipotesi di apertura delle vasche di località Stretto, su cui si è espressa anche la consigliera comunale Lucia Cittadino. «Nessuno vuole la discarica», ha precisato, invitando però a «utilizzare gli strumenti legislativi perché questi conferimenti si riducano il più possibile, attraverso un riciclo dei rifiuti, l'utilizzo e la rimodulazione dell'ecotassa».

Quindi la parola a Nicolino Panedigrano, coordinatore della rete civica che si è costituita ad hoc: «Oltre alle discariche, abbiamo altre 7 aziende nella Piana, più 2 depuratori che trattano i rifiuti, e sono una delle risposte che la nostra società sta dando al problema, ma non possiamo continuare ad aumentare questi pesi all'infinito».

Così Maria Grazia Milone: «La centralità dell'agricoltura l'abbiamo vista durante il lockdown, quando l'attività agricola ha permesso l'approvvigionamento alimentare all'intera Nazione», ha sottolineato la presidentessa di Cia, sollevando un altro problema, ossia quello della fauna selvaggia che sta creando numerosi danni, a tal punto che «molte aziende stanno pensando di chiudere perché non riescono a raccogliere quello che seminano».

Tra gli ospiti anche Francesco Esposito, presidente del Gal Reventino, secondo il quale «uno dei problemi che abbiamo in Calabria non sono i soldi, ma la mancanza di idee per utilizzarli al meglio».

A sollevare altri paradossi, Innocenza Giannuzzi, presidentessa di Agrì Coop: «Da una parte abbiamo una Regione che proclama che la Calabria deve essere una grande riserva naturale, dall'altra andiamo a riaprire e ampliare le due discariche - ha lamentato - la reputazione di una regione passa attraverso alcuni parametri che sono la sostenibilità ambientale (e oggi stanno andando ad aprire due discariche), la sanità (che non esiste), la logistica (l'aeroporto internazionale viene depotenziato)».

A concludere, Antonio Sirianni, segretario del circolo cittadino del Pd, secondo il quale ci si dovrebbe porre degli interrogativi anche sul progetto del porto turistico, «quasi una nuova Las Vegas all'interno di un'area industriale che contiene il più grande depuratore e le più grandi aziende di smaltimento di rifiuti della Calabria».

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