Un sogno che può diventare realtà quello della biologa nicoterese Jasmine De Marco del Wwf Vibo-Vallata dello Stilaro, promotrice di un progetto per la realizzazione di una riserva naturale alla foce del Mesima, al confine tra i territori di Nicotera e San Ferdinando. L'idea fatta propria dal Wwf è stata tradotta in proposta di legge già depositata dal consigliere regionale Marcello Anastasi (IrC), vicepresidente della commissione ambiente. Ad illustrarne i contenuti, ieri mattina, proprio alla foce del fiume, il consigliere regionale insieme al delegato del Wwf Calabria, Angelo Calzone e alla De Marco.
«Sarebbe un peccato trascurare un'area che potrebbe divenire un vero e proprio tesoro dal punto di vista faunistico e della flora - afferma il consigliere - contribuendo fortemente allo sviluppo economico e occupazionale del territorio. Per questo abbiamo pensato ad un progetto che preveda un'azione di bonifica prima e poi una serie di interventi come piste ciclabili, percorsi vita e quant'altro possa favorire l'accoglienza di chi vuole visitare un sito che dovrebbe essere tutelato come area protetta». Le possibilità che il progetto vada avanti dipenderanno naturalmente dal consenso da parte del Consiglio regionale «ma sarebbe contraddittorio se questo non dovesse avvenire - dichiara Anastasi - perché questa mia azione si inserisce in quello che è il programma dell'assessore regionale all'Ambiente, il colonnello Sergio De Caprio, il quale ha affermato che vuole fare della Calabria una grande riserva naturalistica protetta».
Le possibilità che il progetto vada avanti dipenderanno naturalmente dal consenso da parte del Consiglio regionale «ma sarebbe contraddittorio se questo non dovesse avvenire - dichiara Anastasi - perché questa mia azione si inserisce in quello che è il programma dell'assessore regionale all'Ambiente, il colonnello Sergio De Caprio, il quale ha affermato che vuole fare della Calabria una grande riserva naturalistica protetta».
Il Mesima è da sempre l'elemento maggiormente incriminato come causa dell'inquinamento marino del territorio circostante. «É una zona umida - afferma la De Marco - con carattere idrogeologico che va a lenire quelli che sono fenomeni naturali come la piena di un fiume. Ha una funzione chimico-fisica perché la ricchezza della vegetazione permette di assorbire i nutrienti fungendo quasi da depuratore naturale. Ha, altresì, funzione culturale, scientifica e produttiva».
Una zona importante, quindi, anche per le numerose specie faunistiche presenti, il giglio e il vilucchio di mare, per gli insetti, il monarca africano, i volatili, la passera italiana e mattugia, la cutrettola e l'airone bianco. Cinquantadue le specie di avifauna classificate, di cui almeno 10 godono di particolari tutele. Un luogo dell'anima, per la biologa, un giardino delle meraviglie, un posto da tutelare e conservare per la grande biodiversità.
«Si tratta di recuperare e riscattare da un punto di vista urbanistico, sociale ed economico, un luogo lasciato all'abbandono e al degrado - dichiara Calzone -. La presentazione del progetto di legge era indispensabile perché altrimenti non potevamo partire e coinvolgere tutti gli attori del territorio. Adesso chiediamo la collaborazione di quelli che hanno a cuore la rinascita di questo posto».
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