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Le mazzette al giudice Petrini a Catanzaro: incidente probatorio per un medico e un avvocato

Marco Petrini (a destra)

Processi “aggiustati”: il tempo delle acrobazie dialettiche e delle ritrattazioni sembra essere destinato a finire in modo inglorioso.

La procura di Salerno, infatti, ha scelto lo strumento dell’incidente probatorio per cristallizzare le confessioni degli indagati “chiave” nell’inchiesta sul malaffare giudiziario. Marco Petrini, l’ex presidente della Corte di assise di appello di Catanzaro sarà chiamato a deporre non solo in relazione alle presunte tangenti che ha confessato di aver ricevuto in relazione alle vicende giudiziarie di un boss di Rende, ma pure su altri gravi episodi corruttivi contestati dal procuratore capo campano, Giuseppe Borrelli e dall’aggiunto Luca Masini.

Il quadro decritto dal magistrato reo confesso è tanto fosco quanto inquietante e viene descritto da altri due indagati finiti come lui nel vortice di questa inchiesta foriera, per certo, di altri clamorosi sviluppi nei mesi che verranno. Con Petrini, infatti, dovranno deporre nel pieno contraddittorio delle parti (accusa e difesa) il medico di Castrovillari, Emilio Santoro, detto “Mario”, per un lungo periodo collettore delle mazzette destinate al togato; e dell’avvocato Francesco Saraco erogatore di una ingente somma di denaro (100.000 euro) destinata a far ottenere al padre, Antonio, l’assoluzione in appello nell’ambito del processo Itaca Free Boat.

Il legale avrebbe pure consegnato 60.000 euro al commercialista Antonio Claudio Schiavone nello studio di quest’ultimo a Cosenza: i soldi dovevano servire a corrompere il giudice Petrini. Il magistrato avrebbe, dietro pagamento di una tangente, ordinato in precedenza il dissequestro il 30 luglio del 2018 di immobili che erano riconducibili alla famiglia Saraco e su cui erano stati apposti i sigilli giudiziari per ordine del Tribunale di Catanzaro.

Nell’incidente probatorio che il gip di Salerno, Giovanna Pacifico, dovrà fissare si parlerà anche del tentativo di avvicinamento e di corruzione (andato a vuoto) del giudice di Catanzaro Loredana De Franco, magistrato noto per la propria serietà, correttezza e intransigenza, attraverso contatti avviati con la suocera e il marito del togato da un imprenditore di Cariati, Giuseppe Caligiuri e dall’ex consigliere regionale di Cosenza, Pino Tursi Prato. Petrini, infine, dovrà riferire dei rapporti “affettuosi” avuti con due avvocate catanzaresi alle quali dispensava consigli e favori.

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