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Due nuovi pentiti scuotono il processo Scott-Rinascita

Nuove clamorose rivelazioni potrebbero interessare il maxi processo che si è aperto venerdì scorso nell’aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma. Dalle prime udienze che si svolgono davanti al gup Claudio Paris - riporta la Gazzetta del Sud in edicola - è emerso che altri due imputati avrebbero deciso di cominciare a collaborare con i magistrati della Dda di Catanzaro: Michele Camillò e Antonio Cannatà. L’indiscrezione è emersa dalla revoca adottata da due imputati nei confronti dei rispettivi legali.

Si tornerà in aula stamane, ma non si esclude che a breve i magistrati della Distrettuale, con in testa il procuratore Nicola Gratteri, possano depositare altra attività integrativa a sostegno della tesi accusatoria. Mentre in futuro, dopo il completo sviluppo delle indagini, il materiale probatorio in mano agli inquirenti potrebbe sfociare in altre operazioni.

L’aula bunker di Rebibbia non offre solo momenti di alta tensione tra accusa e difesa, ma trova anche occasioni di galanteria tra parti contrapposte: il procuratore Gratteri con disinvoltura ha offerto un bicchiere d’acqua all’avvocato Armando Veneto in un momento della sua arringa.

L’inchiesta denominata Scott Rinascita, e per la quale la Dda ha chiesto il rinvio a giudizio per 452 imputati, è focalizzata soprattutto sulle principali cosche di ’ndrangheta del Vibonese. I nuovi atti di indagine sono stati già anticipati dai sostituti della Dda al gup Claudio Paris, subito ricusato da alcuni legali presenti in Aula.

L’operazione scattata il 19 dicembre dello scorso anno, ha portato in carcere avvocati (oltre a Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia e Francesco Stilo), carabinieri e poliziotti infedeli, impiegati negli uffici giudiziari di Vibo, imprenditori e politici come l’ex sindaco di Pizzo Calabro, Gianluca Callipo. Il provvedimento a suo carico è stato “cancellato” dalla Corte di Cassazione. Una decisione che peserà sicuramente sul verdetto finale.

Gli sviluppi dell’inchiesta hanno, inoltre, determinato, il commissariamento per infiltrazioni mafiose del comune di Pizzo e spostato l’attenzione su altri comuni della provincia di Vibo Valentia. Fuori dall’udienza preliminare l’avvocato Giancarlo Pittelli, nei suoi confronti il giudice ha disposto il giudizio immediato davanti al Tribunale di Vibo Valentia.

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