Sette anni non sono bastati per completare il processo di primo grado sulla presunta compra vendita di voto alle elezioni comunali del 2012 a Catanzaro. Ieri quindi il giudice Alessandro Bravin (il terzo a ricevere il fascicolo) ha pronunciato una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Paolo Gravino; Ferdinando Tomaselli; Salvatore Tomaselli e Fabio Trapasso che dovevano rispondere di corruzione elettorale, falsificazione e alterazione delle schede, solo Trapasso era accusato di favoreggiamento. Il collegio difensivo era composto, tra gli altri, gli avvocati Gioconda Soluri, Gianni Russano, Dario Gareri, Gregorio Viscomi e Andrea Gareri.
La Procura, nelle ipotesi d'accusa, ha sostenuto che in occasione delle elezioni comunali furono fatte promesse di denaro e di posti di lavoro in cambio del voto. È stato anche ipotizzato l'utilizzo di una cosiddetta “scheda ballerina”, ovvero una scheda bianca sottratta presumibilmente durante le operazioni di costituzione del seggio elettorale, che sarebbe stata consegnata agli elettori “compiacenti” e sulla quale sarebbe stato già scritto il nome del candidato da votare. L'elettore avrebbe dovuto sostituire la scheda col nome del candidato con quella che gli viene consegnata dal presidente del seggio elettorale, scheda che doveva consegnare all'uscita a riprova dell'avvenuto voto. Secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato un “nucleo” di persone che avrebbe organizzato nel dettaglio la compravendita dei voti in favore di Francesco Leone, candidato alla carica di consigliere comunale nella lista "Per Catanzaro", che si è spento nel 2016, all'età di 61 anni, a causa di una grave malattia. Nel procedimento era stato individuato come parte offesa il Comune di Catanzaro che però ha scelto di non costituirsi parte civile.
L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro
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