Quando si parla di rifiuti, come un refrain, è l'emergenza che torna. Come quindici giorni fa, come un mese fa, un anno fa e come vent'anni fa. E se prima la colpa era della precedente amministrazione, poi della ditta e infine della discarica, il risultato non cambia: la spazzatura resta in casa o peggio ancora sulle strade di Vibo. Con buona pace per quanti in un piccolo appartamento sono costretti a una convivenza forzata con l'indifferenziato e per quanti rispettano le regole e si trovano discariche in ogni dove, perché c'è chi pensa bene di disfarsi dell'indifferenziato tra le vie.
Così, anche ieri, è andato in scena il solito canovaccio: la sera prima l'avviso che la raccolta sarebbe saltata - per la seconda settimana consecutiva - a causa del blocco degli impianti. Perché tra incendi, indisponibilità e varie, alla fine, per l'Ato è arrivato ancora una volta l'alt. Dunque che fare? Tenere la spazzatura a casa, l'invito del sindaco. Un'opzione che, però, non ha lasciato... indifferenti i cittadini. Quelli che il servizio lo pagano e che, pur comprendendo le criticità, chiedono una soluzione. E dai social si è fatta sentire forte la voce («vergogna - ha scritto una cittadina - dovrebbero dimettersi perché non si può chiedere ad una famiglia di tenersi per 15 giorni pannolini e tutto il resto») di quanti esasperati sono stanchi di sentire ciclicamente parlare degli stessi problemi. Problemi che, in città, attraversano la gestione di un settore che continua a mostrare i suoi limiti. Con l'indifferenziato che resta nelle case, le discariche che proliferano sulle strade e la sporcizia che si accumula di giorno in giorno.
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