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San Pietro a Maida, lacrime e dolore ai funerali dei due operai morti folgorati a Filogaso

L'intera Comunità di San Pietro a Maida, anche se non ha potuto essere presente a causa della pandemia, ha reso l'ultimo saluto a Vito Iellamo, di 42 anni coniugato e papà di 4 figli e Gabriel Daniel Popan di 42 anni anch'egli coniugato e padre di 2 figli, entrambi scomparsi tragicamente mentre lavoravano a Filogaso, in provincia di Vibo Valentia.

Mentre si trovavano su un ponteggio, con una grondaia che stavano sistemando al Municipio del centro vibonese, avrebbero toccato un cavo elettrico - e non ad alta tensione (per come precisato dalla società Terna) - rimanendo folgorati. Una su cui la Procura di Vibo ha aperto un'inchiesta e ha disposto il sequestro dell'area cantiere.

Intanto il sindaco Domenico Giampà, interpretando il comune sentimento di dolore della cittadinanza a seguito della tragica e prematura scomparsa dei due giovani lavoratori, ha deciso di proclamare il lutto cittadino per la giornata di ieri in cui si sono svolti i funerali e l'esposizione della bandiera a mezz'asta negli edifici pubblici, così come disposto anche dal sindaco di Filogaso, Massimo Trimmeliti, comune dove è accaduta la tragedia.

La drammatica notizia, che ha fatto immediatamente il giro del paese portando sconcerto tra la popolazione di San Pietro a Maida dove i due giovani vivevano, porta tutti al cospetto di un destino crudele che lascia nello sconforto profondo i familiari e tutti coloro che li hanno conosciuti. Quello vissuto dalla comunità è stato un addio commosso, un abbraccio corale, un saluto straziante. È stata davvero grande la solidarietà della gente nei confronti delle famiglie così duramente provate dalla tragedia, che seppur non presente fisicamente a causa della pandemia, ha trovato il modo di far giungere col cuore la vicinanza e dare l'ultimo saluto a Vito e Gabriel. Alle esequie erano anche presenti il sindaco di Filogaso Trimmeliti, quello di Maida, Salvatore Paone e il dirigente scolastico Giuseppe De Vita.

A celebrare il rito funebre don Fabio Stanizzo e don Emanuele Gigliotti. Ed è stato lo stesso don Fabio, che ha cercato di dare fiducia a due famiglie distrutte. parlando dei due operai «giovani onesti e instancabili lavoratori, sempre con il sorriso e disponibili» e paragonandoli a «due fiori strappati alla nostra comunità che renderanno certamente più bello il Paradiso. Ma la tristezza e il dolore non bastano per la morte di due giovani vite. Questa nuova tragedia sul lavoro, obbliga tutti ad intervenire, per quanto di competenza, perché non si può e non si deve morire di lavoro».

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