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Inchiesta Farmabusiness, l’investimento sospetto su Catanzaro

Un progetto immobiliare da 30 milioni di euro finisce tra le carte al vaglio della Procura. Coinvolti un’azienda lametina e un broker di Cropani

Tribunale di Catanzaro sede della Procura della Repubblica

Un sottile filo rosso collega il quartiere Campagnella con i paradisi fiscali delle Seychelles. Ha quasi dell’incredibile la vicenda che emerge dalla carte dell’operazione Farmabusiness. Un complesso sistema di scatole cinesi, società off shore e broker internazionali con al centro un progetto immobiliare che sarebbe dovuto sorgere proprio nel quartiere della periferia di Catanzaro. Un investimento da ben 30 milioni di euro che vedrebbe tra i suoi soci personaggi legati alla potente cosca Grande Aracri di Cutro. La Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, ha iniziato a riannodare i fili dell’ingarbugliata matassa anche grazie agli esperti dell’Unità informazione finanziaria di Banca d’Italia. Al centro della scena ci sono un imprenditore, titolare di una società di costruzioni di Lamezia Terme, e un avvocato del Nord Italia con precedenti per reati finanziari e una specializzazione nella conversione di monete fuori conio in euro. I destini dei due uomini si incrociano proprio su quel terreno sotto i tre colli di Catanzaro.

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