Negozi aperti sulle vie dello shopping, ma con pochissimi clienti. La gente passeggia, guarda le vetrine e passa oltre. Al momento di segnali di ripresa, da quando la Calabria è passata in zona arancione, non ce ne sono stati. Nessun “revenge spending”, dunque. I consumi infatti continuano a calare, mentre la categoria è costretta a pagare tasse, affitti e fornitori. Dal canto loro le famiglie, dopo il secondo lockdown, risentendo del deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro, mostrano prudenza negli acquisti. Tra i redditi che si assottigliano e la paura del contagio, la crisi si fa sentire soprattutto sui consumi e in settori che durante le festività natalizie degli scorsi anni riuscivano a recuperare le perdite dei mesi autunnali. A soffrire sono soprattutto abbigliamento e calzature, ma anche oggettistica, piante e fiori. Particolarmente grave è la situazione dei piccoli negozi che vedono crollare le vendite ma non da meno quella dei centri commerciali.
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