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Catanzaro, gli “ordini” del boss per le elezioni

Tra i faldoni pure la parentela tra il consigliere Sergio Costanzo e il capo dei Gaglianesi

Il palazzo di giustizia di Catanzaro sede della Procura della Repubblica

Sarebbero partite dal carcere di massima sicurezza di Opera a Milano le indicazioni agli affiliati su chi far votare alle elezioni. Una ‘mbasciata che sarebbe arrivata direttamente dalla bocca del boss dei Gaglianesi Girolamo Costanzo in carcere dagli anni Novanta quando scattò l’operazione Falco Ghibli che decapitò la ‘ndrina del capoluogo. L’episodio è contenuto nei 21 faldoni che compongono l’inchiesta “Farmabusiness” culminata con l’arresto dell’ex presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini che dal 19 novembre scorso si trova ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno e voto di scambio. È un’intercettazione a gettare una luce sinistra sulla carriera politica del consigliere comunale e fondatore del movimento Fare per Catanzaro Sergio Costanzo. L’esponente politico, che non è tra le persone indagate, viene tirato in ballo da Ezio Opipari ritenuto dagli inquirenti un soggetto in contatto con gli attuali reggenti del clan dei Gaglianesi.

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