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Coronavirus, Piscopio abbandonata: si invoca la Procura

Si susseguono le denunce contro l’Asp mentre il contagio fa ancora paura

L'area di viale della Pace a Vibo Valentia dove si effettuano i tamponi

Dieci giorni dopo i problemi sono sempre gli stessi. Un refrain che, ormai, risuona come una cantilena a Piscopio. Va tutto male? Beh, meglio abituarsi. Il tracciamento non si riesce a fare? State a casa. I risultati dei tamponi non arrivano? State a casa. Il secondo tampone? Se ne riparlerà. Ergo, come spesso accade a queste latitudini, l’emergenza da straordinaria diventa ordinaria. Così, a Piscopio dove il contagio sembra abbia iniziato a dare tregua attestandosi su una quota di 350 positivi ma dove quel focolaio ha ormai varcato i confini della frazione, creando allarme nei centri limitrofi – da San Gregorio d’Ippona a Ionadi – e soprattutto nel capoluogo. In tal senso, gli appelli a fare il tracciamento, a testare il maggior numero di persone. Evitare, insomma, che il virus possa continuare a circolare liberamente. Questo l’appello che il consigliere Pietro Comito ripete ormai da giorni. È stanco e amareggiato anche lui «da giorni ripeto e chiedo sempre le stesse cose, sotto casa arrivano le persone a chiedermi cosa fare e io posso solo dire loro di rivolgersi ai carabinieri». In ogni caso non intende «fare passi indietro ma è chiaro che non posso sostituirmi ai medici o all’Asp». E sono storie di ordinario caos quelle che racconta. Dallo screening che ieri «è saltato mentre dopo insistenze giovedì erano arrivati a Piscopio a mezzogiorno con la gente che aspettava dalle 9. Il sindaco – prosegue – aveva fatto di tutto perché si facesse ma ancora una volta l’Asp si sta dimostrando incapace di gestire una cosa così importante». E di «una gestione fallimentare» parla infatti il consigliere, auspicando l’intervento della «Procura affinché faccia luce su quello che sta accadendo e prenda atto delle inadempienze».

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