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Scuole Catanzaro, le associazioni lanciano un appello agli enti locali

“Genima-Genitori in rete” e il comitato “La forza siamo noi” auspicano che le energie di tutte le istituzioni del territorio siano impiegate e impegnate attivamente

«Le scuole calabresi rimangono aperte, ora tocca alla Regione e agli enti locali fare tutto il possibile affinché questo avvenga in sicurezza». L'associazione “Genima-Genitori in rete” e il comitato “La forza siamo noi” auspicano che le energie di tutte le istituzioni del territorio siano impiegate e impegnate attivamente affinché i servizi essenziali siano garantiti, assicurando diritti fondamentali come quello alla salute e quello all'istruzione. «Non è scatenando guerre sociali, creando divisione e contrasti fra le famiglie che si risolvono i problemi. La politica locale calabrese ha il dovere morale di affrontare i problemi e non di evitarli e addirittura far pensare che sono le famiglie a decidere gli eventi. I cittadini hanno il diritto di pretendere dalla politica che i diritti fondamentali siano garantiti in sicurezza con misure che sono già applicate nel resto d'Italia. La Calabria fa parte dell'Italia e, soprattutto la legge è uguale per tutti e anche le pari opportunità per le giovani generazioni devono essere garantite anche per le studentesse e gli studenti delle superiori che stanno pagando un prezzo troppo alto e in Calabria ancora di più!».

Un diritto calpestato

«La scuola per bambini e ragazzi è necessaria non solo perché lo dice la legge. I nostri figli hanno perso mesi e mesi di formazione di qualità», proseguono,«la dispersione scolastica di chi non ha risorse è in crescente aumento, come la perdita di conoscenza e l'alto rischio di rimanere indietro per tutti. Grave anche il danno psicologico che bambini e ragazzi di ogni età, per motivi diversi, stanno subendo  arrivando in molti casi a richieste di aiuto per depressione e atti di autolesionismo».

Soluzione da trovare in tempi brevi

«La soluzione a cui dobbiamo mirare - afferma Silvia Crispino, delegata regionale dell'Associazione "Genima- Genitori in Rete" - è uno screening preventivo, serio  ed efficace del mondo scolastico per riportare un clima di serenità nelle famiglie preoccupate anche da una confusione mediatica generatasi negli ultimi giorni. Ecco perché abbiamo chiesto il parere della dottoressa Maria Perticone».

Il parere dell'esperta

«Già a settembre - dichiara Maria Perticone, professoressa associata di medicina interna dell’Università Magna Graecia di Catanzaro -, il Cts aveva dato il via all’utilizzo dei tamponi rapidi nelle scuole che, con l’allora vigente situazione epidemiologica, erano stati pensati come test da eseguire in caso di sospetta infezione da Sars-CoV2 al fine di minimizzare l’impatto di un’eventuale positività su decisioni di chiusura scuole. Anche per i più piccoli il rientro in classe è stato burrascoso - prosegue la dottoressa Perticone -, scandito da ordinanze di chiusura, ricorsi, guerre politiche ed ideologiche. Se, invece, si desse retta alla scienza con la lucidità di pensiero che essa impone, le cose potrebbero essere gestite meglio nell’interesse della collettività. Infatti, proprio nell’attuale situazione epidemiologica, i tamponi rapidi di ultima generazione a Fluorescenza potrebbero rappresentare un’arma rapida, potente ed affidabile nella gestione degli screening sulla popolazione scolastica, consentendo di intercettare rapidamente e con un’affidabilità praticamente uguale a quella dei tamponi molecolari (è datata 10 gennaio la Circolare del Ministero della Salute a firma del Dipartimento di Prevenzione, con cui si sancisce l’equiparabilità di questi test al tampone molecolare) i casi di positività asintomatica al coronavirus. I tamponi rapidi di ultima generazione - spiega tecnicamente la Perticone - sono in grado di rilevare l’antigene virale, mentre il classico tampone molecolare rileva la presenza di Rna virale; i dati più recenti della letteratura confermano l’assoluta affidabilità di questi test rapidi di terza generazione nel rilevare la presenza del virus, soprattutto se effettuati entro una settimana dall’inizio dell’infezione. Un utilizzo cadenzato e mirato  di questi test consentirebbe quindi di intercettare rapidamente i nuovi casi e di circoscrivere eventuali focolai scolastici, garantendo la sicurezza di tutto il personale scolastico e degli alunni e permettendo così a tutti di poter svolgere lezioni in presenza. Speriamo come in tutta Italia che i tamponi di ultima generazione arrivino presto.

Tamponi rapidi

«Nel frattempo,  un impiego dei tamponi rapidi, di qualsiasi tipo come quelli usati nei piccoli paesi - conclude la dottoressa , in città sarebbe utilissimo in caso di positività di un alunno o di un insegnante per poter ridurre drasticamente la quarantena da applicare alla classe o alle classi coinvolte oppure per uno screening frequente del personale scolastico presente in più classi o delle maestre dell'infanzia in cui non è garantito il distanziamento . I test rapidi antigenici andrebbero usati con criterio e dando una fotografia del momento andrebbero eseguiti periodicamente altrimenti la loro efficacia non può assicurare una sicurezza massima»

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