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Lamezia, reparto Covid in affanno: la politica tace

Dopo il pressing per fare attivare l’unità operativa. Sollevati dubbi sull’idoneità della struttura

L'ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia

L’attivazione di un reparto Covid al primo piano dell’ospedale era stata salutata dalla politica lametina, giusto qualche settimana fa, come un successo, frutto di un lavoro unitario portato avanti dalle varie forze presenti in consiglio comunale che per una volta, in nome del bene comune, hanno messo da parte le differenze e hanno parlato con una sola voce. Era il 17 novembre e dopo un incontro «assai proficuo e durato oltre due ore» tra i vertici dell’Asp di Catanzaro e una delegazione dell’amministrazione comunale la città fu messa a conoscenza del fatto che di lì a breve sarebbe stato operativo il reparto con 12 posti letto in cui sarebbe stata «garantita la presa in carico di pazienti Covid, in area dedicata». In effetti così fu, anche perché i pazienti Covid in ospedale c’erano già: l’unità operativa, affidata al primario di Medicina interna Gerardo Mancuso, è entrata in funzione con anche più dei 12 posti di cui si era parlato inizialmente. Nel momento in cui si è verificato il contagio tra gli infermieri in servizio nel reparto, per esempio, c’erano 19 persone ricoverate. Oggi invece ce ne sono solo 4 e sull’idoneità del reparto sono stati sollevati pesanti dubbi arrivati anche tra i banchi del Parlamento, ma la politica cittadina sembra scomparsa.

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