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'Ndrangheta, processo Scott Rinascita a Lamezia: riuniti i tre tronconi

La Dda ha depositato il verbale dell'interrogatorio di un pentito che parla di strategia dilatoria delle difese. Avvocato ricusa due giudici

L'aula bunker in cui si svolgerà il processo Rinascita Scott

È ripreso con un nuovo collegio giudicante il maxi processo contro la 'ndrangheta Rinascita-Scott ma uno di difensori di alcuni imputati, l’avvocato Diego Brancia, ha già annunciato l’intenzione di chiedere la ricusazione della presidente Brigida Cavasino e del giudice a latere Gilda Romano. Cavasino e Romano facevano parte del collegio già in occasione della prima udienza ed avevano annunciato la loro astensione che, però, è stata rigettata dal Tribunale di Vibo Valentia. Le due giudici, quindi, si sono presentate regolarmente in aula. L’avvocato Brancia ne chiede la ricusazione perché facevano parte del collegio giudicante nel processo Nemea contro il clan Soriano, correlato con Rinascita-Scott.

Nel corso della prima parte dell’udienza, la Dda di Catanzaro ha anche chiesto la riunificazione di tutti i vari tronconi processuali. Richiesta alla quale si sono opposti numerosi difensori. Ma il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ha deciso di riunire i tre tronconi processuali in un unico dibattimento. Un unico processo, dunque, per 329 imputati. Al troncone principale con 322 imputati è stato unito quello con imputati Francesco Cracolici, Giuseppe Camillò e Franco Barba le cui posizioni erano state in precedenza separate. A tali due tronconi è stato unito oggi pure il processo che vede imputati con giudizio immediato l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, l’avvocato Giulio Calabretta, l’imprenditore vibonese Mario Lo Riggio, l’ex sindaco di Nicotera Salvatore Rizzo. Altre posizioni sono state oggi stralciate poiché alcuni imputati detenuti si trovano in isolamento sanitario per il coronavirus e quindi allo stato impossibilitati a presenziare al processo. Per altri imputati, altresì, vi è stato uno stralcio (separazione) delle loro posizioni per difetti di notifica del decreto di rinvio a giudizio.

La Dda, intanto, ha depositato oggi il verbale di interrogatorio del collaboratore di giustizia Gaetano Antonio Cannatà del primo dicembre 2020 in cui parla di una presunta strategia difensiva mirante a dilatare i tempi del processo per fare scadere i termini di carcerazione preventiva. «Quando ero detenuto nel carcere di Tolmezzo, nel periodo maggio-giugno 2020, prima della notifica della conclusione delle indagini preliminari dell’indagine Rinascita Scott - ha raccontato il collaboratore ai magistrati della Dda catanzarese - Luciano Macrì, in mia presenza e in presenza di Giuseppe Camillò, Daniele Lagrotteria e Francesco Cracolici, sosteneva, in relazione alla scelta del rito processuale, che la cosa più opportuna da fare nel processo Rinascita era optare in massa per il rito ordinario perché, dati gli elevati numeri del processo, una scelta del genere avrebbe messo in difficoltà l’ufficio di Procura e avrebbe dilatato molto i tempi di durata del processo».

La presidenza del Consiglio dei ministri ha chiesto oggi la costituzione di parte civile nel processo Rinascita Scott contro le cosche del vibonese. La
stessa richiesta è stata fatta dai ministeri dell’Interno, della Giustizia, della Difesa e dell’Economia. Hanno chiesto di essere parte civile anche l’ufficio del commissario straordinario antiracket, l’associazione Libera e l’associazione antiusura "Interesse uomo". (ANSA).

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