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’Ndrangheta, a Vallefiorita beni per un milione sequestrati a Luciano Babbino

Sigilli a un intero compendio aziendale di due società - attive nei settori della ristorazione e della tinteggiatura e posa in opera di vetri - a un'associazione culturale, a dieci immobili e a un'autovettura

La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un decreto di sequestro del patrimonio riconducibile al quarantaduenne Luciano Babbino, imprenditore di Vallefiorita (nel catanzarese) condannato in primo grado nel 2019 a 12 anni di reclusione per partecipazione, con ruolo verticistico, ad associazione di tipo mafioso. Babbino è ritenuto appartenente alla ‘ndrangheta operante nei territori di Vallefiorita, Amaroni e Squillace, gravitante sotto l’influenza delle locali di Cutro e Isola di Capo Rizzuto. 

Il provvedimento

È stato disposto dal Tribunale di Catanzaro - Sezione Seconda - ed emanato in accoglimento di proposta di misura di prevenzione formulata dal Direttore della Dia. Il provvedimento segue alle indagini patrimoniali (concentrate nell'arco temporale tra il 2000 e il 2009) che hanno permesso di evidenziare la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati dal 42enne e il patrimonio allo stesso riconducibile (da ritenersi frutto o reimpiego dei proventi di attività illecite). 

Il sequestro

Interesserà l’intero compendio aziendale di 2 società, attive nei settori della ristorazione e della tinteggiatura e posa in opera di vetri, 1 associazione culturale, 10 immobili tra i quali 3 terreni, 1 motociclo, 1 autovettura, nonché rapporti bancari e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato in circa 1 milione di euro. 

Chi è Luciano Babbino

L’imprenditore Luciano Babbino, 43 anni, di Vallefiorita (in provincia di Catanzaro) era stato coinvolto nell’operazione «Jonny» e condannato in secondo grado a 12 anni di carcere, così come è stato indagato nell’operazione «Imponimento».

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