L’imprenditore Antonio Gallo, al centro dell’operazione "Basso profilo" portata a termine dalla Dda di Catanzaro, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice che lo ha interrogato dopo il provvedimento di custodia cautelare in carcere. Gallo, difeso dall’avvocato Pietro Mancuso, è ritenuto il «braccio imprenditoriale» delle cosche e sarebbe stato molto legato all’assessore regionale Francesco Talarico, finito agli arresti domiciliari. Anche un altro imprenditore, Umberto Gigliotta, ritenuto legato ai clan del Crotonese, difeso dall’avvocato Maurizio Belmonte, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per quanto riguarda il segretario nazionale dimissionario dell’Udc, Lorenzo Cesa, indagato nell’ambito del procedimento, ha chiesto di essere sentito dalla procura guidata da Nicola Gratteri per fornire la propria versione dei fatti. (AGI)
Inchiesta "Basso profilo", l'imprenditore Gallo non risponde al giudice
Sia Antonio Gallo sia Umberto Gigliotta si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
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