Sarebbe cresciuto sotto l’ala protettiva di un membro dei “cani della montagna”, una consorteria del basso Crotonese, al quale avrebbe anche fatto da autista in occasioni “delicate”. A raccontarlo ad alcuni amici è lui stesso, l’imprenditore Antonio Gallo, alias il “principino”, figura centrale dell’inchiesta Basso profilo che ha portato all’arresto di quasi 50 persone e ne vede indagate una trentina, secondo la Dda del capoluogo coinvolte a vario titolo nel giro di voti e affari che vede attorno allo stesso tavolo politica, imprenditoria e clan. La figura di Gallo è quella rampante di un imprenditore che cerca spazi un po’ dappertutto, non ha timori reverenziali verso nessuno e si mostra pronto a sedersi anche ai tavoli della politica nazionale, dove arriva a incontrare il leader dell’Udc Lorenzo Cesa (indagato nell’inchiesta) attraverso Francesco Talarico (ora ai domiciliari), segretario regionale dell’Udc e assessore al Bilancio della Calabria. Mira a entrare in appalti e commesse di livello in Italia, ma non disdegna e, anzi, punta con decisione anche a quel territorio “vergine” che è l’Albania dove cerca di entrare in contatto con alti “papaveri” istituzionali e governativi, anche a suon di mozzarelle dop e altre prelibatezze calabresi.
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