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Crotone, inflitti dieci anni per ’ndrangheta al nipote del boss

Secondo gli inquirenti, Francesco Monti (nipote del boss di Papanice Mico Megna) sarebbe stato preposto alla carica di «capo giovane» all’interno del clan, «ricoprendo il ruolo di organizzatore»

È stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione Francesco Monti, il 36enne di Crotone accusato di associazione mafiosa. Così ha deciso ieri il giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Antonio Battaglia, che nel procedimento di rito abbreviato ha inflitto una pena più bassa rispetto ai 14 anni di carcere richiesti lo scorso dicembre dal pubblico ministero della Dda, Paolo Sirleo. Secondo gli inquirenti, Monti (nipote del boss di Papanice Mico Megna) sarebbe stato preposto alla carica di «capo giovane» all’interno del clan, «ricoprendo il ruolo di organizzatore». Per la Dda, l’accusato (difeso dagli avvocati Roberto Coscia e Sergio Rotundo) a partire dal 2011 sarebbe stato «collegato ai promotori» della ‘ndrina dei Papaniciari, Mico Megna e Rocco Devona (quest'ultimo detenuto), dai quali avrebbe «ricevuto le direttive operative», contribuendo così «alla operatività della cosca».

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