Riparte il confronto tra il Comune e l’Eni per ottenere dalla multinazionale il pagamento dell’Imu legata alla presenza delle piattaforme che estraggono gas metano dal sottosuolo marino di Crotone. Con il primo avviso di accertamento inviato alla società, l’ente di piazza della Resistenza ha chiesto 2,5 milioni di euro riferiti alla mancata corresponsione dell’imposta immobiliare riferita al 2016. Per l’amministrazione si tratta di una decisione che segue al precedente accordo siglato il 14 dicembre 2017 con l’azienda petrolifera controllata dal ministero dello Sviluppo economico, che in tre “tranche” ha trasferito nelle casse comunali 14 milioni e 800 mila euro per quanto riguarda l’imposta non versata valevole per il periodo compreso tra il 2010 e il 2015. Un adempimento fiscale, questo, che era diventato obbligatorio con la legge di Bilancio 2016, per poi essere rafforzato da tre sentenze della Cassazione. Gli ermellini (con le pronunce 3618, 19509 e 19510 del 2016) avevano dato ragione ai Comuni costieri, stabilendo che le trivelle devono pagare le tasse immobiliari arretrate «nonostante la loro allocazione nel mare territoriale».
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