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La lotta del parroco di Petronà contro le “barriere” della chiesa

Lavori mai avviati nonostante gli impegni delle istituzioni

La chiesa madre di Petronà

«Una Calabria sempre più mortificata dai propri politici, funzionari, dirigenti e burocrati». Non usa mezzi termini don Giorgio Rigoni, parroco di Petronà, impegnato in una battaglia di civiltà che si trascina da anni e che sbatte sempre contro i rimpalli di responsabilità o le scelte poche lungimiranti. Al centro della vicenda c’è la decisione di don Giorgio di abbattere le barriere architettoniche della chiesa madre del piccolo paese presilano. La popolazione della cittadina è in prevalenza composta da anziani e a questi si aggiungono i portatori di handicap che hanno difficoltà a salire la gradinata che caratterizza il luogo di culto.
Nel 2015 don Giorgio predispone un progetto per un ingresso secondario, ma da allora si sono succeduti i dinieghi da parte della Soprintendenza per i beni culturali a cui, negli ultimi tempi, si sono aggiunti anche i rimpalli di responsabilità. Le ultime novità sono state recapitate al sacerdote attraverso alcune email a firma dell’attuale soprintendente per i Beni archeologici della Calabria, Francesca Casule, a cui don Giorgio si è rivolto per provare a ottenere i pareri nonostante i vari divieti giunti di anno in anno.

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