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In prima linea nell’emergenza coronavirus a Catanzaro: "Nessuno è stato lasciato fuori"

Monito del primario Lucio Cosco: «La terza ondata resta un rischio, troppi comportamenti leggeri»

Luigi Cosco, direttore del reparto di Malattie infettive del “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro

Durante l’emergenza pandemica, il caro e vecchio ospedale “Pugliese”, si è trasformato nel gigante buono che ha accolto, a braccia aperte, la maggior parte delle persone colpite da coronavirus provenienti da tutta la Calabria ma anche da città come Bergamo, in assoluto la zona italiana con il maggior numero di decessi. Numerosi sono stati i reparti che, quasi dalla sera alla mattina, si sono dovuti organizzare per restituire alla vita persone contagiate da un virus che per molte anime è stato letale. Anche se i ricoveri non si sono fermati, abbiamo deciso di andare sul “campo di battaglia” per capire cosa sia avvenuto in quei giorni e principalmente cosa ci si aspetta ancora dal Sars-CoV-2 e principalmente dai virus “mutanti”. Incontriamo il dottor Luigi Cosco, direttore del reparto di Malattie infettive del “Pugliese-Ciaccio” il quale, non si è detto per nulla tranquillo rispetto alla possibilità di una terza nuova ondata. Anzi. «Non sono molto ottimista rispetto a una nuova risalita dei contagi e nemmeno nel considerare la possibilità di evitarla – afferma – perché continuo a vedere atteggiamenti errati e fuori controllo che mi fanno temere il peggio. Anche la presenza di nuove forme del virus, già importate in Italia da altri paesi, non sono notizie da sottovalutare e che ci costringono ad alzare la guardia. In questo caso ci stiamo preparando al meglio per affrontare qualsiasi ipotesi. Siamo pronti».

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