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Catanzaro, le trame dei “burattinai” e il naufragio del progetto piccolo centro

L’inchiesta della Dda ricostruisce la genesi delle alleanza nel 2017

Palazzo De Nobili sede del Comune di Catanzaro

Scontri tra gruppi imprenditoriali e burattinai nascosti nell’ombra, alleanze imprevedibili e velenosi tradimenti. La genesi della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Catanzaro nel giugno del 2017 è ricostruita, grazie ad alcune intercettazioni, negli atti dell’inchiesta Basso Profilo. Siamo tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, gli investigatori stanno ricostruendo gli interessi nel mondo della sanità privata e dell’intervento di alcuni esponenti politici per convincere la struttura commissariale a concedere più budget a una nuova clinica. Catanzaro e le elezioni amministrative in quel momento sono distanti eppure il 21 gennaio gli inquirenti annotano una intercettazione. A parlare sono due soggetti, la loro identità e il loro ruolo è coperto da omissis. Uno dei due però annuncia che l’indomani sarebbe andato a Catanzaro per «patrocinare» una candidatura. L’uomo sembra ben conoscere lo scacchiere politico del capoluogo. Racconta della volontà del gruppo che fa capo a Piero Aiello e Baldo Esposito di volersi staccare dal centrodestra di Sergio Abramo e Domenico Tallini per «organizzare un filone centrale». Il quadro descritto sembra rispecchiare la nascita del cosiddetto “Piccolo centro” formato da Catanzaro da Vivere, Udc, Psi, Idv e altre liste civiche con candidato a sindaco Tonino De Marco. Il progetto verrà ufficializzato a fine marzo e durerà solo pochi giorni. Il 4 aprile infatti De Marco annuncerà il suo ritiro denunciando «ricatti e condizionamenti».

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