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Lamezia, intimidazioni alla comunità Progetto Sud: la denuncia sul tavolo di Gratteri

I vertici della Cgil calabrese esprimono vicinanza alla realtà: "Bisogna stare dalla parte della Progetto Sud che in Calabria e in Italia è emblema di lotta al malaffare"

Solidarietà e vicinanza della Cgil Calabria alla Comunità Progetto Sud fondata e presieduta da don Giacomo Panizza. Stamattina Angelo Sposato ed Enzo Scalese, rispettivamente segretario regionale e segretario dell'area vasta della Cgil, hanno incontrato il sacerdote fondatore della Progetto Sud unitamente ad un gruppo di operatori sociali da sempre impegnati in comunità che ultimamente sono stai oggetto di gravi intimidazioni. Ad alcuni di essi, infatti sono state tagliate le gomme delle auto in diverse e frequenti occasioni.

Sposato e Scalese hanno ribadito che bisogna stare dalla parte della Progetto Sud che in Calabria e in Italia è emblema di lotta al malaffare, difesa dei diritti dei più deboli, lavoro regolare, trasparenza e legalità. Per i segretari della Cgil è fondamentale stare dalla parte di Don Giacomo e della grande rete sociale che egli ha creato in quasi 50 anni di attività sul territorio. Vicini alla Progetto Sud specialmente in questo momento in cui la Calabria è senza governo e la città di Lamezia è commissariata.

La comunità infatti è nata a Lamezia nel 1976. Tra le sue tante sedi vi è quella di via Dei Bizantini che è un immobile confiscato al malaffare. La stessa dove si sono verificate le ultime intimidazioni. I sindacalisti hanno annunciato che informeranno di quanto avvenuto la prefettura e lo stesso governo nazionale. Italo Reale, avvocato della comunità, ha fatto sapere che i fatti sono stati immediatamente denunciati e che presto una delegazione della Progetto Sud incontrerà il procuratore antimafia Nicola Gratteri. A sostenere la comunità anche l'associazione Antiracket rappresentata all'incontro da uno dei fondatori, Maria Teresa Morano.

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