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Catanzaro, l’impresa che nessuno poteva “toccare”

I danneggiamenti subiti dai Lobello potrebbero essere stati la causa scatenante di due omicidi. Gli imprenditori si erano lamentati con i vertici del clan Arena del comportamento di Toro Seduto

A Catanzaro l’alleanza tra gli interessi imprenditoriali della famiglia Lobello e quelli criminali delle cosche Arena e Mazzagati potrebbe non essere solo una storia di soldi. Nelle 300 pagine scritte dai pm Veronica Calcagno e Debora Rizza, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal procuratore Nicola Gratteri si raccontano, per dimostrare il grado di vicinanza tra imprenditori e affiliati, tre episodi. In due casi i protagonisti di queste vicende sono stati uccisi: l’imprenditore Santo Gigliotti e Domenico Bevilacqua conosciuto come Toro seduto il boss della criminalità rom.

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