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Catanzaro, gli over 80 alle prese con i vaccini. Necessari per riavere la “libertà”

È iniziata la campagna negli ambulatori dei medici di medicina generale

«Nel 1945 avevo 15 anni e ricordo la fine della guerra, l’arrivo degli americani che portavano cibo e vestiti. Quella di oggi è un altro tipo di battaglia, forse ancora più dura, perché ci ha alienato dai nostri cari e anche da noi stessi. Mi ritrovo qui a far un vaccino per cercare di vivere in serenità gli ultimi anni che mi rimangono su questa terra. Come negli anni ’40, mi sento ora privo di libertà». È la toccante dichiarazione di Pippo Serra che, all’età di 91 anni, ieri mattina si è recato dal suo medico di base per essere vaccinato contro il Coronavirus.
A lui, come per agli altri assistiti di uno studio medico situato nel centro storico di Catanzaro che ieri ha iniziato la vaccinazione, è stata somministrata la dose di Pfizer. «E meno male – afferma Mirella Ciccione, che tiene a precisare di avere “ancora” 81 anni – Dopo le polemiche delle scorse ore sugli effetti collaterali dell’AstraZeneca ero molto ansiosa. Avevo deciso addirittura di non farlo. Ma ho pensato ai miei nipoti e a mio figlio a Milano: voglio rivederli al più presto».

Per Gregorio Costanzo, 84 anni, «negli anni ’60 ricordo di aver fatto il vaccino per il vaiolo. Non credevo alla mia età di dovermi vaccinare nuovamente. Tutti dobbiamo morire, prima o poi, preferisco essere vaccinato». Che tenerezza vedere una coppia di anziani tenersi sottobraccio dopo aver fatto insieme la vaccinazione. «Quando c’era la guerra eravamo bambini – raccontano Antonio Scarpelli e la signora Anna, entrambi di 84 anni – Dal mese di aprile dell’anno scorso non usciamo di casa, solo per la spesa. Diciamo che ci siamo abituati. La televisione, una parola ogni tanto e il nostro amore che ci tiene compagnia».

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